Dalla ribalta dei campi da tennis alle passerelle contemporanee, la polo da uomo ha attraversato decenni di storia trasformandosi in un’icona senza tempo.
Un capo che racchiude sportività ed eleganza, capace di adattarsi a ogni generazione.

Dalle origini sportive alla moda contemporanea

La polo da uomo nasce all’inizio del XX secolo come capo funzionale, pensato per lo sport. Nonostante il nome, non deriva direttamente dal polo a cavallo, bensì dal tennis.
Fu René Lacoste, leggendario campione francese degli anni Venti, a introdurre per primo la polo come la conosciamo oggi: una maglia in piqué di cotone, con colletto morbido e maniche corte, concepita per garantire libertà di movimento e al tempo stesso un’eleganza essenziale.
Con il suo design innovativo, sostituì rapidamente le camicie rigide che fino ad allora dominavano i campi da gioco.

L’adozione nel lifestyle maschile

Negli anni successivi, la polo uscì dall’ambito sportivo e divenne un simbolo di stile quotidiano.
Negli Stati Uniti, grazie a brand come Ralph Lauren, la polo si trasformò in un capo lifestyle, adottato dai college e dalla cultura preppy.
Versatile e raffinata, poteva essere indossata con pantaloni chino, jeans o persino sotto una giacca leggera.
Non era più solo una maglia sportiva, ma un manifesto di un’eleganza disinvolta, a metà strada tra formalità e comfort.

La polo come status symbol

Dagli anni ’70 agli anni ’90, la polo consolidò il proprio ruolo come status symbol.
I loghi ricamati – dal famoso coccodrillo Lacoste al cavallino di Ralph Lauren – diventarono veri e propri segni di riconoscimento sociale.
Indossare una polo significava appartenere a un certo mondo: quello dei campi da golf, dei club esclusivi, delle università d’élite.
Allo stesso tempo, grazie alla sua semplicità, rimaneva accessibile e universale, capace di attraversare contesti e generazioni.

La reinterpretazione contemporanea

La polo da uomo nasce come capo sportivo negli anni ’20 grazie a René Lacoste e diventa presto icona di stile globale. Da simbolo preppy e status symbol negli anni ’70-’90, oggi è reinterpretata in chiave contemporanea, rimanendo un capo intramontabile che unisce sportività ed eleganza.

Oggi, la polo vive una nuova stagione di centralità nella moda maschile.
Le passerelle l’hanno riportata in auge, reinterpretandola in chiave contemporanea: versioni oversize, tessuti tecnici o sostenibili, dettagli sartoriali e persino declinazioni in maglia o seta.
Rimane però fedele al suo DNA: un capo che unisce sportività e raffinatezza, capace di adattarsi tanto a un look urbano quanto a un contesto più elegante.
È un’icona che non conosce tempo, che parla di tradizione e modernità insieme.

Un capo che attraversa i decenni

La forza della polo sta nella sua capacità di evolversi senza mai perdere la sua identità.
Da capo sportivo innovativo a simbolo di lifestyle raffinato, da status symbol a elemento di ricerca stilistica, ha sempre rappresentato un equilibrio perfetto tra praticità ed eleganza.
Non è un caso che rimanga, stagione dopo stagione, uno dei pilastri del guardaroba maschile: un classico senza età, capace di adattarsi a culture, mode e stili diversi.